Dal 3 dicembre 2024 al 26 gennaio 2025, il Palazzo Reale di Milano ospiterà un’iniziativa culturale di grande importanza. Si tratta di “SalvArti. Dalle Confische alle Collezioni Pubbliche”, una mostra dedicata ad opere d’arte contemporanea sottratte alla criminalità organizzata.
Questa esposizione, promossa dall’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati e curata in collaborazione con il Ministero della Cultura, il Comune di Milano e la Città Metropolitana di Reggio Calabria, mira a valorizzare opere precedentemente collegate a circuiti illeciti. L’iniziativa ha come obiettivo principale di restituire alla collettività questi beni, fungendo da simbolo di legalità e impegno istituzionale.
un progetto unico di rinascita
La mostra rientra nel progetto Arte per la Cultura della Legalità, che dal 2024 si concentra sul riscatto artistico e sociale attraverso un’esposizione itinerante in tre fasi: dopo un’anteprima a Roma, le opere giungeranno a Milano e infine a Reggio Calabria.
La collezione comprende pezzi rappresentativi della cultura artistica del Novecento, inclusi lavori di:
- Mario Sironi
- Carlo Carrà
- Arnaldo Pomodoro
- Opere di artisti dei movimenti della Metafisica e del New Dada
- Lavori murali di Keith Haring
Questo percorso artistico non solo restituisce valore estetico, ma agisce come una decisa risposta culturale alle mafie.
un’esposizione storica
I visitatori avranno la possibilità di esplorare oltre 25 opere d’arte visiva, che includono dipinti, sculture e installazioni multimediali, rappresentative di varie correnti artistiche dagli anni ‘60 fino agli anni 2000.
Grazie all’importante lavoro del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e della Guardia di Finanza, ciascun pezzo esposto racconta una storia di riconquista legale e culturale. Al termine delle esposizioni, alcune opere saranno destinate a musei pubblici, tra cui la Pinacoteca di Brera, il Museo delle Civiltà di Roma e il Museo del Novecento di Napoli, rendendo questo patrimonio accessibile alle generazioni future.
In sintesi, SalvArti non è solo una mostra, ma un esempio del potere dell’arte nel trasformare beni confiscati in risorse condivise, promuovendo la consapevolezza sociale.